Perché non c’è niente da fare… la narrazione più potente è quella che parte dalla sostanza delle cose.
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Qualche settimana fa avevo scritto che siamo “Pronti a raccontare“. Bene, oggi vi porto a Potenza, dove il sogno di due amici è diventato una realtà imprenditoriale per molte persone. Un’idea che alimentata dalla passione e dal fare, si è concretizzata in qualcosa d’importante. Perché si sa l’entusiasmo, fortunatamente, è contagioso.
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Anche alla luce degli ultimi incontri fatti, è tutto pronto per puntare il riflettore sulla bellezza di chi fa impresa oggi. Oggi ho pubblicato all’interno del mio spazio su Nòva Il Sole 24 Ore quello che vuole essere un manifesto o più semplicemente un’anticipazione di ciò che andrò a fare nei prossimi mesi, che non è altro quello di dare continuità a ciò che da più di dodici anni sto già facendo: raccontare le tante belle storie d’impresa di questo nostro Paese.
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L’anno scorso abbiamo iniziato un bel percorso di formazione con un’eccellenza italiana nell’ambito dell’hotellerie. Il gruppo si chiama HNH e siamo partiti da qui:
Ci sono percorsi che una volta intrapresi permettono da quel preciso momento di vedere e di vedersi in maniera differente o forse per meglio dire di ricongiungersi con ciò che si è. Questo viaggio introspettivo molto frequente in psicanalisi lo si può adottare con metodologie differenti anche all’interno di un’organizzazione aziendale. Già perché un’impresa è un insieme di esseri viventi. Un’impresa ha un’identità. Un’impresa ha dei valori ben definiti. Quelli che ti permettono di fare la differenza. Quelli che nei momenti di difficoltà ti fanno da ancora nel mare in tempesta e nello stesso tempo da faro per la strada da intraprendere.
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Nuova storia su To Be Continued di Nòva Il Sole 24 Ore. Parliamo della capacità di narrare l’anima della propria azienda e l’unica vera importante regola, ancora una volta, non può essere che l’autenticità.
Finalmente torno a scrivere su To Be Continued, il mio spazio su Nòva Il Sole 24 Ore dedicato allo storytelling d’impresa. Per iniziare al meglio questo nuovo anno ci voleva una storia che guardasse avanti e l’ho trovata nelle persone di CMS, una splendida realtà imprenditoriale che ha il suo quartier generale in quel di Fisciano, a due passi dall’importante Università degli Studi di Salerno. Buona lettura!
Anche la Pubblica Amministrazione ha bisogno di adottare una coerente narrazione di ciò che fa e di ciò che è. Combattere gli stereotipi e comunicare in maniera efficace con i cittadini sono già due buon motivi per farlo. Del tema ne avevo accennato un po’ di tempo fa su To Be Continued, il blog che curo per nòva Il Sole 24 Ore dedicato al Corporate Storytelling, ne parlerò invece il prossimo 2 maggio a Genova presso la Regione Liguria ad un pubblico di diretti interessati. Perché comunque anche la Pubblica Amministrazione ha un’anima, si tratta solo di metterla a fuoco e ben condividerla prima internamente e poi all’esterno.
Spesso quando si parla di narrazione d’impresa si fa riferimento a una storia ancorata al passato. Ma cosa succede se questo racconto ha una trasposizione nel futuro? O meglio ancora, quando la tecnica narrativa diventa un attivatore per il raggiungimento di determinati risultati?
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Chi si occupa di Corporate Storytelling si trova costantemente a dover spiegare in cosa consiste questa metodologia. È così che a fronte di richieste specifiche (“voglio raccontare la mia impresa”) occorre prima analizzare se all’interno dello zaino della nostra “spedizione” abbiamo con noi tutta la strumentazione necessaria.
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Un giorno ero a una delle fiere più importanti del nostro settore. Tantissimi espositori, un numero infinito di occhiali. Modelli diversi. Colori diversi. Forme diverse. Ma in tutta questa apparente diversità ecco che nella testa iniziò a ronzarmi quell’interrogativo che non ti aspetti. Che cosa ha il mio prodotto di diverso rispetto agli altri?
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