La sfida dei dati? Trasformarli in informazioni

Dati, informazioni e ancora dati. Non occorre andare molto lontano. Basta salire una mattina su qualsiasi mezzo pubblico per vedere ciò che freneticamente accade. Teste rigorosamente abbassate all’ingiù. Mani che impugnano uno dei tanti smartphone o tablet. Ricerche. Notizie. Attività social. Essere connessi. È un test semplice da fare.

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L’innovazione parte da una rivoluzione culturale

«Think out the box». Non è una frase fatta. Una frase da diario studentesco o da graffito di periferia. È piuttosto una propensione ad affrontare la vita. Di innovazione a parole se ne fa molta, ma poi nell’effettivo quotidiano chi riesce a farla veramente, al fine di migliorare, seppur in minima parte, la vita delle persone? Forse il tutto deve passare da una vera e propria rivoluzione culturale, dove stereotipi e credenze che portano all’immobilismo devono sparire, a vantaggio di un vero e proprio pensiero in grado di innescare un processo evolutivo.

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Perché ci vuole curiosità, passione, condivisione, determinazione e una sfida da affrontare

Curiosità. Passione. Condivisione. Determinazione. Sfida. La storia di Francesco Stabilito potrebbe essere sintetizzata in questi cinque punti. È questa la sua Top5 degli elementi che caratterizzano in questo momento la sua vita. Già Top5 perché è proprio su queste classifiche che Francesco sta dedicando tutte le sue energie mentali.Curiosità. Passione. Condivisione. Determinazione. Sfida. La storia di Francesco Stabilito potrebbe essere sintetizzata in questi cinque punti. È questa la sua Top5 degli elementi che caratterizzano in questo momento la sua vita. Già Top5 perché è proprio su queste classifiche che Francesco sta dedicando tutte le sue energie mentali.

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Da Verona al campus di Google per sviluppare app per bambini

«Sai poco distante da me c’è un gruppo che sta lavorano al progetto di un telefono modulare (Project Ara). Dieci metri più in là stanno sviluppano un tablet che crea un modello 3D del mondo in cui viviamo (Project Tango) e di fronte a me altre persone stanno studiando l’interazione tra i computer e gli oggetti che indosseremo». È chiaro che si tratta di un sogno. Forse lo è meno il sapere che questo sogno qualcuno lo sta realmente vivendo. Le parole sopraccitate non sono il racconto mattutino, di chimere notturne, esposto da un amico appena svegliatosi. Ma sono la descrizione di ciò che Luca Prasso vede in una delle sue pause pranzo mentre è il collegamento con me via Skype. Luca si trova negli States. Non è però in uno degli studios di Hollywood. È a Mountain View e per la precisione nel Campus di Google.«Sai poco distante da me c’è un gruppo che sta lavorano al progetto di un telefono modulare (Project Ara). Dieci metri più in là stanno sviluppano un tablet che crea un modello 3D del mondo in cui viviamo (Project Tango) e di fronte a me altre persone stanno studiando l’interazione tra i computer e gli oggetti che indosseremo». È chiaro che si tratta di un sogno. Forse lo è meno il sapere che questo sogno qualcuno lo sta realmente vivendo. Le parole sopraccitate non sono il racconto mattutino, di chimere notturne, esposto da un amico appena svegliatosi. Ma sono la descrizione di ciò che Luca Prasso vede in una delle sue pause pranzo mentre è il collegamento con me via Skype. Luca si trova negli States. Non è però in uno degli studios di Hollywood. È a Mountain View e per la precisione nel Campus di Google.

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Casa Bertallot, dove la radio incontra il futuro di internet

La passione per la radio è qualcosa di viscerale. Legata a parole che si diffondono nello spazio. A musiche che diventano colonne sonore di momenti di vita. All’accensione di quella fantasia priva di limitazioni imposte dalle immagini. Portare un appassionato di questo media, uno di quelli che ci ha pure dedicato una tesi di laurea, a un festival delle radio è un po’ come portare un bambino a un grande luna park. RadioCity è il nome dell’evento. La fabbrica del vapore di Milano il luogo prescelto. La radio l’assoluta protagonista.

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Pensare (in gruppo) in modo innovativo e fuori dagli schemi

Se ti svegli all’alba per essere a Padova alle 8:30 di un sabato mattino, o sei devoto a Sant’Antonio e sei lì in pellegrinaggio, oppure sei fiducioso. Fiducioso che l’innovazione, non sia solo un intercalare tra i più usati nell’ultimo periodo, ma un fondamentale processo per l’evoluzione di un Paese. È così che a pochi passi dalla stazione, in uno spazio di rigenerazione urbana, come quello di coworking del CO+, ci si trova per condividere un nuovo metodo di facilitazione del pensiero mirato all’innovazione. Iconthinking è il suo nome. Alberto Cappellari e Silvia Toffolon i suoi ideatori. In platea una trentina tra imprenditori, professionisti e consulenti, attenti a cogliere cosa ottenere attraverso tale strumento.

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Un ponte tra Dublino e Venezia per un gemellaggio a suon di startup

Giovedì 26 febbraio a Venezia si svolgerà un incontro d’interesse per tutti coloro che vogliono sondare nuove opportunità di fare impresa in terra straniera. L’appuntamento denominato «Un ponte tra Dublino e Venezia» vuole fornire una panoramica sulle possibilità che offre un Paese come l’Irlanda nella creazione e nello sviluppo di nuovi business.

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Design-Apart, l’avventura di un designer italiano a Manhattan

Sembra quasi fatto apposta. Entrambi a sorseggiare un caffè. Un’unica differenza, il mio è quello del dopo pranzo, il suo quello della colazione. In mezzo un fuso orario, quello che fa sì che a New York sia l’inizio di un nuovo giorno mentre qui da noi è già calato il sipario sulla sua prima parte. Nonostante questo disallineamento temporale e le molte miglia di distanza, la chiacchierata via Skype con Diego Paccagnella, fondatore di Design-Apart, si fa fin da subito interessante.

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