Dentro di noi

Dovrebbe essere una operazione propedeutica. Una condizione necessaria.

Prima di divulgare all’esterno il proprio racconto aziendale occorrerebbe condividerlo internamente. È questo il percorso che bisognerebbe seguire. Non è questione di priorità, ma di metodo.

Nella maggior parte delle imprese, l’operatività quotidiana fagocita tutto ciò che non ha a che vedere con scadenze, risultati e obiettivi. Tutto ciò rischia di far dimenticare da dove si è partiti e i traguardi fino a quel momento raggiunti. Non si tratta di ancorarsi ai ricordi, ma di mettere a fuoco la storia per fissare un presente e tracciare un futuro.

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B2B o B2C? No, parliamo di persone

C’è differenza per un progetto di Corporate Storytelling se è un’azienda che opera nell’ambito B2B oppure in quello B2C?

È una di quelle domande a cui vorresti rispondere con il suono di una sveglia. Non è inopportuna. È un perfetto assist invece per far capire che i paradigmi della narrazione applicata all’impresa sono diversi, molto diversi da quelli finora adottati dalle imprese.

Il Corporate Storytelling parla di persone, a persone.

 

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E se la mission fosse l’incipit della vostra storia d’impresa?

La mission non serve per ricordare a te chi sei (anche se in taluni casi è utile tornare a leggerla), ma una dichiarazione d’intenti che si fa verso l’esterno. Se dovete dichiarare il vostro amore ad una donna, non lo fate mettendo l’accento sull’io, ma sul “lei”. Questo non significa perdere la propria identità, bensì rafforzarla mettendo chi siete e cosa volete fare per gli altri. Fatevi scegliere. La vostra mission deve fare innamorare“.

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