Da Verona al campus di Google per sviluppare app per bambini

«Sai poco distante da me c’è un gruppo che sta lavorano al progetto di un telefono modulare (Project Ara). Dieci metri più in là stanno sviluppano un tablet che crea un modello 3D del mondo in cui viviamo (Project Tango) e di fronte a me altre persone stanno studiando l’interazione tra i computer e gli oggetti che indosseremo». È chiaro che si tratta di un sogno. Forse lo è meno il sapere che questo sogno qualcuno lo sta realmente vivendo. Le parole sopraccitate non sono il racconto mattutino, di chimere notturne, esposto da un amico appena svegliatosi. Ma sono la descrizione di ciò che Luca Prasso vede in una delle sue pause pranzo mentre è il collegamento con me via Skype. Luca si trova negli States. Non è però in uno degli studios di Hollywood. È a Mountain View e per la precisione nel Campus di Google.«Sai poco distante da me c’è un gruppo che sta lavorano al progetto di un telefono modulare (Project Ara). Dieci metri più in là stanno sviluppano un tablet che crea un modello 3D del mondo in cui viviamo (Project Tango) e di fronte a me altre persone stanno studiando l’interazione tra i computer e gli oggetti che indosseremo». È chiaro che si tratta di un sogno. Forse lo è meno il sapere che questo sogno qualcuno lo sta realmente vivendo. Le parole sopraccitate non sono il racconto mattutino, di chimere notturne, esposto da un amico appena svegliatosi. Ma sono la descrizione di ciò che Luca Prasso vede in una delle sue pause pranzo mentre è il collegamento con me via Skype. Luca si trova negli States. Non è però in uno degli studios di Hollywood. È a Mountain View e per la precisione nel Campus di Google.

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